Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2024-2026. L’attività viene articolata operativamente in 3 aree tematiche: Persone, Cultura e Sviluppo del territorio, nelle quali si iscrivono i singoli settori individuati a termini di legge.

La ripartizione delle risorse fra i settori tende ad assicurare a ciascuno di essi disponibilità adeguate a mantenere livelli di attività idonei a rispondere alle necessità individuate e a sviluppare una coerente progettualità. Le aree tematiche lavorano attraverso obiettivi strategici, identificati in base alle sfide sociali ritenute prioritarie dalla Fondazione, consentendo una maggiore sinergia tra le aree, valorizzando le competenze, stimolando un ragionamento più efficace e flessibile sulle finalità delle azioni e sui risultati attesi.

Persone

(Settore “Volontariato, filantropia e beneficenza”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire un nuovo welfare, inclusivo e di prossimità, capace di raggiungere ogni ambito della vita dell’individuo, dai luoghi dell’abitare alla dignità e all’assistenza sociale e sanitaria, secondo questi obiettivi strategici:

  • welfare territoriale, adeguando le risposte all’evoluzione dei bisogni socio-sanitari promuovendo forme di partenariato diffuso e generativo;
  • contrasto alla povertà, intercettando le persone disagiate e migliorandone le condizioni di vita;
  • abitare sociale, promuovendo il welfare abitativo, l’housing sociale e la rigenerazione urbana.

All’area Persone vengono destinati investimenti per complessivi 6,5 milioni di euro (54% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Sostenere l’inclusione sociale” e “Diventare comunità” attraverso i seguenti strumenti per l’attività erogativa:

  • 3 bandiWelfare di comunità e generativoServizi alla personaEmergenza e solidarietà;
  • progetti direttiEdilizia sociale;
  • azioni trasversali e di sistemaProgetto AnzianiSupporto al sistema socio-sanitario metropolitanoFondo per la Repubblica DigitaleFondazione CON IL SUDAltri interventi.

Cultura

(Settore “Arte, attività e beni culturali”)

La Fondazione si impegna in quest’area per incidere sulla vita delle persone investendo sulla formazione e sull’innovazione delle competenze, sostenendo una concezione dinamica e innovativa del patrimonio culturale, secondo questi obiettivi strategici:

  • sostenere la crescita delle realtà culturali del territorio, tutelando e valorizzando il patrimonio storico, artistico e architettonico;
  • favorire le nuove forme della partecipazione culturale, coinvolgendo pubblici diversi nelle attività e nei luoghi della cultura, ripensando i modelli di offerta e incentivando la progettazione integrata a livello locale.

All’area Cultura vengono destinati investimenti per complessivi 2,78 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Creare attrattività” e “Favorire la partecipazione attiva” attraverso i seguenti strumenti:

  • 1 bandoCultura e rigenerazione;
  • progetti direttiSocietà strumentale Genus Bononiae SrlValorizzazione del patrimonio artistico della Fondazione;
  • azioni trasversali e di sistemaPromozione dell’offerta culturale e interventi pluriennali.

Sviluppo del territorio

(Settori “Educazione, istruzione e formazione” e “Ricerca scientifica e tecnologica”)

La Fondazione si impegna in quest’area per favorire azioni mirate alla formazione e crescita giovanile, alla ricerca scientifica e tecnologica e alla salvaguardia dell’ambiente, stimolando interdisciplinarità e interazioni con il mondo del lavoro, secondo questi obiettivi strategici:

  • capacity building delle organizzazioni non profit, rafforzando le competenze e la dimensione organizzativa del non profit;
  • occupabilità, promuovendo la creazione di nuove opportunità lavorative e facilitare l’accesso al mercato del lavoro;
  • ricerca scientifica e tecnologica, sostenendo la ricerca multidisciplinare per il benessere e la salute delle persone e lo sviluppo socio-economico delle comunità;
  • formazione e crescita giovanile, favorendo la partecipazione scolastica e universitaria;
  • tutela dell’ambiente e della biodiversità.

All’area Sviluppo del territorio vengono destinati investimenti per complessivi 2,72 milioni di euro (23% delle risorse disponibili), declinati nelle missioni prioritarie “Valorizzare la ricerca e accelerare l’innovazione” e “Formazione del capitale umano”:

  • 3 bandiRicerca scientifica e alta tecnologiaScuola, formazione e innovazioneFairplay;
  • progetti direttiLIFES – Lavoro, Integrazione, Formazione, Empowerment, SostenibilitàBIGBO – Boost Innovation GarageFestival della Scienza MedicaCentro per la Biodiversità – Castagneto didattico-sperimentale di GranaglioneFormazionEuropa, Riflessi;
  • azioni trasversali e di sistemaUniversità di Bologna.

Cultura

Esiti bando Cultura e rigenerazione (seconda sessione erogativa 2024)

15 Ottobre 2024

Per il macro obiettivo Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Sostenere la crescita delle realtà culturali” e “Favorire nuove forme di partecipazione culturale”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, ad esito del bando sono 71 i progetti sostenuti con un investimento deliberato di 534.411 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Tra i principali progetti sostenuti:

  • Restauro dell’antico organo a canne del Verati, collocato all’interno dell’antica Pieve di San Pietro di Roffeno a cura dell’Associazione Culturale Amici dell’antica Pieve, per il progetto di restauro filologico dell’organo a canne conservato all’interno dell’antica Pieve di Roffeno e attribuito al celebre organaro bolognese Alessio Verati, attivo sul territorio emiliano nella prima metà dell’Ottocento. L’opera di recupero verte sulla conservazione di tutte le parti originali dello strumento e sulla ricostruzione delle sole parti mancanti, da realizzarsi prendendo a modello strumenti coevi di fattura analoga e provenienti dalla stessa scuola.
  • CLOSER, un mondo connesso da Marconi a oggi a cura di Adiacenze APS, per la prima edizione della rassegna biennale diffusa di mostre, performance e installazioni che prende spunto dalla ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi per indagare la natura delle relazioni e il ruolo della tecnologia e della rete nella comunicazione contemporanea, attraverso opere già esistenti, nuove produzioni artistiche e format laboratoriali. Il progetto si avvale della collaborazione con realtà locali quali MAMbo, Fondazione Marconi, Casa della Cultura Italo Calvino, Padiglione Esprit Nouveau, Fondazione Lercaro.
  • AngelicA: Festival Internazionale di Musica – 35° anno / Angelica: Centro di Ricerca Musicale – stagione 11°anno a cura di Pierrot Lunaire APS, per la realizzazione della XXXV edizionedel Festival italiano di musica contemporanea e di ricerca, che propone progetti di dimensione europea e internazionale coinvolgendo curatori, musicologi e musicisti provenienti da tutto il mondo. Il sostegno va, inoltre, alla XI stagionedel Centro di Ricerca Musicale fondato da Pierrot Lunaire nel 2011 presso il Teatro San Leonardo e riconosciuto dal Comune di Bologna come Teatro Istituzionale del “Sistema teatrale cittadino” con una programmazione di concerti costruita sulle musiche d’oggi, progetti speciali e attività incentrate sull’educazione e la formazione, quali il Piccolo Coro Angelico.
  • Festival Francescano – XVI edizione “Attraverso Ferite” a cura dell’Associazione Mofraeventi Emilia-Romagna ETS, per l’organizzazione della XVI edizione del Festival Francescano che si pone come obiettivo quello di portare in piazza, attualizzandolo e concretizzandolo, il messaggio universale di san Francesco. Il tema scelto per il 2024 “Attraverso Ferite” richiama l’ottavo centenario delle stimmate di san Francesco, le ferite che aprirono Francesco alla fraternità, occasione per riflettere sulle tante ferite di oggi: le guerre, la crisi climatica, la violenza di genere, le fragilità nei più giovani, e intraprendere un percorso di guarigione che valorizzi la cura e il cambiamento.
  • Fuori di me a cura del Comune di Calderara di Reno, per la proposta culturale che ha come obiettivo quello di intercettare gli interessi di bambini e ragazzi, guidandoli in un percorso che, dalla scoperta di sé, arriva alla scoperta del mondo, attraverso laboratori, mostre, percorsi partecipativi sulle arti visive, ideati per trovare nuove chiavi di lettura di quanto accade dentro e fuori di noi e costruire nuovi scenari sostenibili per le comunità.
  • Classico Futuro Festival a cura del Centro di Poesia Contemporanea, per l’edizione annuale del Festival che propone incontri, conversazioni e reading dedicati alla rilettura della classicità nella letteratura contemporanea: poeti e studiosi ridanno voce alla tradizione antica con la lingua e il sentire del nostro tempo, per costruire i classici del futuro, l’epos e i nuovi miti della contemporaneità. Il progetto coinvolge i migliori giovani poeti italiani nella redazione di un grande “Dizionario etimologico in versi” che sarà messo a disposizione presso un pubblico archivio on line e presentato alle scuole come progetto formativo.
  • Oltre Claterna: l’Oratorio S. Giuseppe in Varignana a cura del Centro Studi Claterna per il progetto di studio volto alla ricostruzione della storia di un edificio di alto valore identitario per la comunità di Varignana, situato su un colle sovrastante l’antica città di Claterna. Le ricerche mirano a valorizzare gli scavi archeologici e il restauro che l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Oratorio, intende realizzare e costituiscono il presupposto per rispondere a molte domande circa le origini di questo complesso probabilmente già adibito dai romani a luogo di culto pagano e poi trasformato in chiesa cristiana dopo l’Editto di Costantino.
  • Sulla torre di Oliveto a cura della Parrocchia di San Paolo di Oliveto, per il progetto che mira a rendere fruibile alla comunità e ai viandanti la Torre Campanaria di Oliveto risalente all’XI secolo e appena restaurata, quale crocevia di itinerari escursionistici, culturali e storici della Valle del Samoggia. L’installazione di una scala interna permette di arricchire le visite guidate al borgo con la salita alla torre sia per godere del panorama che spazia dalla Valle del Samoggia al Monte Cimone, sia per poter usufruire dell’aula al primo piano destinandola a biblioteca, luogo di studio e spazio di incontro per i residenti del borgo; non ultimo per rendere sicuro l’accesso dei campanari alla cella campanaria.

Cultura

Fondazione Carisbo e Comune di Bologna firmano il comodato di Palazzo Pepoli Vecchio

03 Agosto 2024

Si avvia la fase operativa della collaborazione tra Fondazione Carisbo e Comune di Bologna per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, attraverso la firma dell’accordo per il comodato modale di Palazzo Pepoli Vecchio, dando seguito a una positiva integrazione operativa a beneficio della comunità. Nel contesto del nuovo corso aperto dalla Fondazione e dal Comune per la promozione di iniziative di sistema e di utilità culturale e sociale, la collaborazione avviata formalizza un nuovo percorso di valorizzazione di Palazzo Pepoli.

La sinergia tra Fondazione e Comune nasce dal reciproco obiettivo di rendere l’investimento in cultura sostenibile, identificando anzitutto il valore sociale della cultura nella sua dimensione fondamentale per la crescita delle persone e per il loro stesso vivere insieme. Garantire l’accesso alla cultura è uno dei punti cardinali della collaborazione tra Fondazione e Comune per la valorizzazione del sistema culturale metropolitano, al fine di sostenere la creazione di legami di comunità e contrastare quei fattori, materiali ed educativi, che inibiscono l’accesso culturale, incluso dall’Istat tra gli indicatori stessi della misurazione di benessere delle persone. Il comodato di Palazzo Pepoli si inserisce in definitiva in una visione di comunità e di cultura inclusiva per il territorio e per i cittadini, con uno sguardo particolare al futuro e alla costruzione di opportunità per i giovani e le nuove generazioni.

La Fondazione e il Comune si impegnano così a condividere l’elaborazione di un più ampio progetto culturale, sia contenutistico sia logistico, per la miglior integrazione nel nuovo percorso culturale cittadino di Palazzo Pepoli Vecchio, valorizzando nell’immediato i contenuti presenti che raccontano la storia della città di Bologna. La custodia del Museo di Palazzo Pepoli sarà affidata dal Comune alla Fondazione Bologna Welcome, che provvederà all’apertura, alla promozione culturale e turistica del plesso. Lo sviluppo delle linee guida dell’impostazione museale e della progettualità periodica per la valorizzazione del Museo di Palazzo Pepoli Vecchio sarà monitorato da un Comitato, formato dal Comune di Bologna e dalla Fondazione insieme alla sua società strumentale Genus Bononiae.

«Siamo lieti che il dialogo aperto con il Comune di Bologna abbia oggi condotto all’effettiva esecuzione dell’accordo precedentemente annunciato, confermando l’impegno della Fondazione ad operare in sinergia al fine di promuovere progetti in ambito culturale a favore della nostra città e della nostra comunità – afferma la Presidente della Fondazione, Patrizia Pasini –. La firma del comodato ne testimonia l’esito positivo e segna l’avvio della fase operativa che condurrà all’apertura di Palazzo Pepoli, ulteriormente valorizzato, nella sua originaria vocazione innovativa e contemporanea, nell’ambito di una progettualità culturale e strategica di lungo periodo.»

«Con questa operazione il Comune scommette ancora una volta sulla Cultura in città – dichiara il Sindaco di Bologna, Matteo LeporeLavoriamo insieme per valorizzare il patrimonio museale cittadino verso la progettazione e la realizzazione del Museo Internazionale dedicato a Giorgio Morandi. Un progetto culturale di grande rilevanza per Bologna in un contesto prezioso che vede a pochi passi: Archiginnasio, musei, Università, cantiere Garisenda, Torre Asinelli, Palazzo Pepoli Campogrande, Modernissimo. Come già annunciato stiamo lavorando con la Fondazione per non disperdere l’esperienza del Museo della Città e a questo proposito presenteremo presto un percorso.»

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025

30 Ottobre 2024

Documento Programmatico Previsionale 2025, 12 milioni di euro destinati all’attività filantropica nel prossimo anno

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità il Documento Programmatico Previsionale 2025 (DPP25), documento predisposto dal Consiglio di Amministrazione mediante il quale la Fondazione pianifica le risorse e gli obiettivi della propria attività erogativa, definendo le azioni e gli strumenti, le priorità e i settori d’intervento.

Più nel dettaglio, il DPP25 declina annualmente gli strumenti e le modalità per attuare i programmi strategici individuati nelle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026, approvate lo scorso anno e per le quali si è dato corso ad una elaborazione partecipata e inclusiva, con il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni della Fondazione, per una lettura efficace non solo dei bisogni del territorio di riferimento, ma anche del contesto nazionale.

La Fondazione per il 2025 prevede di destinare alla propria attività erogativa risorse per un massimo di 12 milioni di euro, confermando la stessa cifra dello scorso anno. Tale obiettivo corrisponde alla quota annuale della previsione di 36 milioni di euro di risorse per il triennio 2