Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.

Cultura

Dal 5 febbraio a Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”

20 Gennaio 2025

Inaugurazione mercoledì 5 febbraio alle ore 15 nelle sale espositive di Casa Saraceni

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela colorata del 1973 che, svolgendosi, dal bianco conduce al nero passando attraverso i colori principali.

Scomparve a Bologna nel 1977.

Cultura

Aperto il bando Cultura e rigenerazione (prima sessione erogativa 2025)

13 Gennaio 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Cultura e rigenerazione accessibile fino al 28 febbraio rende disponibili risorse per 500.000 euro allo scopo di:

  • sostenere il recupero del patrimonio architettonico, storico e artistico;
  • favorire l’offerta culturale a beneficio del territorio, attraendo nuovi e diversificati fruitori di cultura;
  • incoraggiare il coinvolgimento delle comunità locali e la nascita di specifici programmi di promozione turistica;
  • sollecitare la vivacità dell’offerta di attività culturali e di espressioni artistiche, con particolare attenzione alle arti visive.

Cultura

Un nuovo percorso espositivo per Santa Maria della Vita tra passato e presente

23 Dicembre 2024

Un percorso museale che racconta la storia e l’arte di un complesso unico nel cuore di Bologna, pronto per il Giubileo del 2025

Santa Maria della Vita si rinnova e accresce la sua attrattività museale: da oggi i visitatori potranno immergersi in un unico racconto che parte dal Santuario e sale fino all’Oratorio intrecciando arte, storia e spiritualità, grazie alla collaborazione tra Fondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae.

Il nuovo allestimento museale propone un percorso che abbraccia tutte le anime del complesso, dal celebre “urlo di pietra”, l’opera in terracotta del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca custodito nella chiesa, all’imponente gruppo scultoreo del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi conservato nell’oratorio.

Tra le novità principali, il riallestimento degli spazi espositivi dell’oratorio con una collezione permanente di opere provenienti dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo, valorizzando alcuni tra i più significativi dipinti della tradizione artistica bolognese solitamente non accessibili perché protetti nei caveau. La selezione copre un arco temporale che va dalla fine del Cinquecento agli inizi dell’Ottocento e include autentici capolavori come la Sibilla Samia di Guercino, Porzia che si ferisce alla gamba di Elisabetta Sirani e l’Autoritratto di Donato Creti, oltre a opere di grande rilievo di Denys Calvaert, Giuseppe Maria Crespi, i fratelli Gandolfi (Ubaldo e Gaetano), Pietro Fancelli e Pelagio Palagi. Inoltre, sarà possibile ammirare Lucrezia Romana di Guido Reni, che tornerà in esposizione dopo il prestito alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per la mostra dedicata all’artista.

Un pezzo di particolare eccezionalità è il Gioiello del Re Sole, ora esposto stabilmente a Santa Maria della Vita e visibile al pubblico per tutto l’anno, in luogo della consueta esposizione limitata alla sola giornata del 10 settembre.

I visitatori, inoltre, potranno riscoprire il gruppo scultoreo in terracotta del Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, risalente alla prima metà del XVI secolo e ammirabile negli spazi dell’oratorio. Qui lo spazio si presenta con un nuovo allestimento grafico, che si snoda come un nastro continuo luogo le pareti, permettendo di scoprire da vicino i volti dei singoli personaggi scolpiti da Lombardi in un gioco di sguardi di rara potenza emotiva. Alcune citazioni, tratte da fonti storiche, si alternano ai primi piani offrendo una panoramica del successo di cui da sempre ha goduto il complesso scultoreo.

Infine, è possibile vivere un’esperienza immersiva grazie a una nuova sala multimediale, progettata per raccontare la storia del complesso. Attraverso proiezioni, immagini e racconti coinvolgenti, i visitatori potranno scoprire la nascita e l’evoluzione di Santa Maria della Vita attraverso i secoli. Particolarmente suggestiva sarà la possibilità di ascoltare, attraverso un’esperienza narrativa emozionale, il pensiero artistico da cui nasce il Compianto sul Cristo morto narrato dalla voce di Niccolò dell’Arca, restituendo vita e parola al genio che ha dato forma a questo capolavoro.

Con la nascita di questo nuovo museo, Santa Maria della Vita, grazie alla collaborazione con l’Arcidiocesi di Bologna, si pone come un punto di riferimento fondamentale per la riscoperta del patrimonio artistico e spirituale di Bologna, in un dialogo continuo tra passato e presente. Si tratta di un’apertura dal forte significato simbolico, poiché nel 2025 potrà accogliere pellegrini e visitatori da tutto il mondo, offrendo loro un percorso che intreccia arte, fede e storia, in perfetta sintonia con lo spirito del Giubileo.

Il progetto è stato possibile anche grazie al supporto di Azienda USL di Bologna, proprietaria del complesso monumentale, e alla preziosa collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, che ha garantito il rispetto e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico e artistico.

Cultura

Dal 20 dicembre a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

09 Dicembre 2024

Inaugurazione venerdì 20 dicembre alle ore 16 nelle sale espositive di Casa Saraceni

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro. Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

Cultura

Riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

22 Novembre 2024

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

«Siamo lieti di poter riaprire questo prestigioso spazio della città, con una formula rinnovata – dichiarano Matteo Lepore, Sindaco di Bologna e Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna –. Ritroveremo il Museo della Storia di Bologna, che sarà valorizzato insieme ad una nuova offerta culturale che riguarderà diverse forme espressive. Nei prossimi mesi Palazzo Pepoli ospiterà conferenze, seminari, concerti, installazioni ed eventi di diversa natura, che consentiranno di aprire sempre più questo spazio non solo ai cittadini e ai visitatori, ma anche alle tante realtà culturali della città.»

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Missione 2024

25 Marzo 2025

15,1 milioni di euro erogati e 356 progetti sostenuti sul territorio metropolitano di Bologna

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Missione 2024

Quadro di sintesi:

  • Nel 2024 stanziati complessivamente 15,1 milioni di euro, di cui 3,1 milioni investiti a livello nazionale (partecipazione a fondi e progetti in rete, come il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e il Fondo per la Repubblica Digitale) e 12 milioni impegnati sul territorio metropolitano;
  • 8,4 milioni di euro (55,9% del totale deliberato) nel settore “Volontariato, filantropia e beneficenza” per l’area Persone;
  • 4,9 milioni di euro (32,3% totale deliberato) nel settore “Arte, attività e beni culturali” per l’area Cultura;
  • 1,8 milioni di euro (11,8% totale deliberato) nei settori “Educazione, istruzione e formazione (anche sportiva)” e “Ricerca scientifica e tecnologica (anche in campo medico)” per l’area Sviluppo del territorio;
  • 356 interventi complessivamente realizzati (+11% rispetto al 2023): 168 progetti nell’area Persone, 92 progetti nell’area Cultura, 96 nell’area Sviluppo del territorio;
  • 7 bandi tematici promossi e 298 progetti sostenuti con un investimento di 2,9 milioni di euro (19% totale deliberato);
  • 21 progetti diretti per un importo deliberato di 7,3 milioni di euro (48% totale deliberato);
  • 37 progetti sostenuti attraverso azioni trasversali e di sistema per un importo deliberato di 4,9 milioni di euro (33% totale deliberato).

Per quanto attiene al profilo istituzionale dettagliato nel Bilancio di Missione 2024, va ricordato che la Fondazione per svolgere la propria attività non ricorre ai proventi maturati nel corso dell’anno, bensì alle disponibilità economiche già acquisite e accantonate nell’esercizio precedente. Tale impostazione consente di programmare in termini più precisi l’attività erogativa secondo una logica prudenziale, bilanciando la duplice esigenza di stabilizzare nel tempo sia la capacità reddituale a tutela delle future generazioni, sia la capacità erogativa. Per garantire continuità al proprio intervento, la Fondazione si impegna a preservare e consolidare nel tempo il proprio patrimonio con una gestione disciplinata, autonoma, trasparente e orientata all’efficienza finanziaria e alla responsabilità sociale.

Il 56% dei progetti sostenuti tramite bando nel 2024 ha ottenuto un cofinanziamento, tramite risorse dei soggetti proponenti o tramite fondi di terzi a supporto dello sviluppo progettuale, generando un rilevante effetto leva prodotto dall’intervento della Fondazione, in grado così di mobilitare di risorse non soltanto economiche, oltre la mera capacità erogativa, e di creare partnership attivando processi filantropici più estesi.

Il bando di finanziamento si conferma anche per il 2024 lo strumento principale per la selezione dei progetti in termini numerici ricoprendo circa l’84% (+16% rispetto al 2023) degli interventi ammessi, al cospetto del 10% per le azioni trasversali e di sistema e del 6% per i progetti diretti dalla Fondazione.

La ripartizione delle erogazioni in base alla tipologia dei soggetti destinatari evidenzia una prevalenza delle assegnazioni a favore degli enti non profit, in linea con quanto registrato nell’esercizio precedente (40% sul totale), dovuto sia al sostegno alle diverse iniziative promosse dai network a cui aderisce la Fondazione sia, in particolare, all’ampia partecipazione ai bandi delle organizzazioni del Terzo settore. A seguire l’impegno a favore di enti di natura pubblica ed enti e istituzioni ecclesiastiche, come attestano le iniziative strategiche con l’Università, il Comune/Città metropolitana di Bologna e l’Arcidiocesi di Bologna.

Nel corso del 2024 la Fondazione ha proseguito nel monitoraggio delle risorse assegnate, coinvolgendo gli stakeholder nell’analisi dei risultati e rendicontando l’impatto dell’attività erogativa sul territorio, nello specifico esaminando 228 progetti, finanziati nel 2022 tramite bando, giunti positivamente a conclusione a fine 2024. Considerando quattro aree di cambiamento (Equità, Efficacia, Efficienza ed Esposizione), la Fondazione ha standardizzato un modello comparativo delle iniziative sostenute, rendendo misurabile ciascuna delle 4E in 6 macro indicatori trasversali e costituendo un sistema di 24 KPI (Key Performance Indicator). In definitiva, tramite la somministrazione di 572 questionari agli stakeholder (+12% rispetto al 2023) per la raccolta dei dati quantitativi e qualitativi, è stato così possibile esprimere un valore di sintesi ponderato, da 1 a 5 (scala di Likert),rappresentativo del livello di impatto generato dai singoli progetti, rivelatosi superiore alla media in tutti i settori d’intervento.

Sotto il profilo dell’assetto organizzativo, la certificazione aziendale di qualità (UNI EN ISO 9001:2015) conseguita nel 2020 è stata riconfermata fino al 2026, con verifiche annuali ordinarie, a seguito di un articolato audit da parte dell’ente di certificazione accreditato RINA SpA. Il ricorso a metodologie e strumenti integrati in un Sistema di Gestione per la Qualità(SGQ) consolida l’adozione di una strategia di miglioramento continuo delle procedure operative, per soddisfare in modo sempre più efficace le esigenze degli stakeholder.

Cultura, Persone, Sviluppo del territorio

Approvato il Bilancio di Esercizio 2024

25 Marzo 2025

Il Collegio di Indirizzo della Fondazione Carisbo, nella riunione odierna, acquisito il parere favorevole dell’Assemblea dei Soci, ha approvato all’unanimità i Bilanci di Missione e di Esercizio 2024 predisposti dal Consiglio di Amministrazione.

Nonostante le difficoltà del contesto economico globale e la crescita dell’inflazione, nel 2024 la Fondazione non solo ha confermato, ma ha potuto superare l’ipotesi iniziale formulata nel Documento Programmatico Previsionale 2024 di destinare 12 milioni di euro alle erogazioni, attestandosi a 15.126.674,37 euro. Si tratta di un traguardo erogativo raggiunto grazie alla solidità del portafoglio finanziario, in grado comunque di generare le risorse necessarie per adattare i programmi al mutevole contesto, consentendo alla Fondazione di ricorrere solo parzialmente al Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni.

Il 2024, in particolare, ha rappresentato un anno di svolta, in cui la Fondazione è riuscita, in modo ancora più incisivo, a destinare risorse a favore delle iniziative sociali, per l’assistenza e il supporto alle fasce più deboli della popolazione tramite progettualità strategiche, concertate con le istituzioni del territorio e gli stakeholder di riferimento.

Predisposti graficamente in formato digitale per una consultazione interattiva, il Bilancio di Missione e il Bilancio di Esercizio rendicontano, rispettivamente, gli effetti sociali dell’operato sul territorio metropolitano di Bologna e la gestione economico-finanziaria della Fondazione.

Bilancio di Esercizio 2024

Quadro di sintesi:

  • L’esercizio 2024 si chiude con un avanzo, prima degli accantonamenti, obbligatori e facoltativi di 77.646.850 euro;
  • il valore contabile dell’attivo finanziario si attesta al 31 dicembre 2024 a 1,4 miliardi di euro, pari a 2 miliardi di euro a valori di mercato;
  • il patrimonio netto si attesta a 969,1 milioni di euro, con un incremento di 51,3 milioni rispetto al 2023;
  • per quanto concerne gli investimenti in portafoglio sono state effettuate rettifiche di valore che hanno comportato svalutazioni per complessivi 2,4 milioni di euro per il necessario allineamento dei titoli, specie quotati e non immobilizzati, al valore di mercato;
  • anche i fondi per l’attività erogativa di istituto, che rappresentano il “serbatoio” di risorse a garanzia dell’attività e degli impegni futuri della Fondazione, registrano un accantonamento di 48,2 milioni di euro. In particolare, il Fondo per la stabilizzazione delle erogazioni si attesta a 80 milioni di euro, confermando il progressivo consolidamento dettato dalle Linee di Indirizzo Triennali 2024-2026;
  • l’azione incisiva di monitoraggio ha permesso di mantenere inalterati gli oneri di gestione già contenuti nel 2023;
  • nel corso dell’esercizio sono stati deliberati 356 interventi erogativi con un impegno complessivo deliberato di 15,1 milioni di euro e contributi liquidati per 15 milioni di euro;
  • le risorse generate indirizzate al Fondo per le erogazioni al volontariato (Art. 62 del D. Lgs. n. 117/2017) ammontano a 2.070.583 euro.

La strategia di investimento della Fondazione è stata improntata anche nel 2024 ai princìpi di prudenza e diversificazione dei rischi, in coerenza con la propria mission. Il continuo monitoraggio degli investimenti ha consentito di seguire l’evoluzione dei mercati e dei relativi rischi di portafoglio, valutandone costantemente la coerenza con la sostenibilità degli obiettivi istituzionali e la tutela del valore reale del patrimonio in ottica di asset & liability management. Al 31 dicembre 2024 la partecipazione della Fondazione in Intesa Sanpaolo si attesta all’1,2% del capitale sociale ordinario del Gruppo.

La politica di diversificazione dalla iniziale partecipazione nella Banca conferitaria si realizza in particolare tramite il veicolo di investimento (Sicav) appositamente attivato per la razionalizzazione e il presidio degli investimenti a tutela del patrimonio, attraverso gestori internazionali. Anche in questo caso gli investimenti si pongono in linea con la politica di sostenibilità integrando fattori ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG) aderenti ai princìpi per l’investimento responsabile verso cui la Fondazione orienta la propria attenzione.

Cultura

Aperto il bando Libri solidali

03 Marzo 2025

Per l’area Cultura (settore Arte, attività e beni culturali) e le missioni “Creare attrattività” “Favorire la partecipazione attiva”, con specifico riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDG n° 11 “Città e comunità sostenibili” e SDG n° 12 “Consumo e produzioni responsabili”, il bando Libri solidali accessibile fino al 12 dicembre 2025 non afferisce a erogazioni in denaro ma attinge al Patrimonio librario della Fondazione per donarne una parte a sostegno di progetti in grado di:

  • implementare biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico;
  • valorizzare i libri attraverso la realizzazione di nuove biblioteche e/o spazi dedicati alla lettura;
  • realizzare iniziative culturali e formative, anche in ambito sociale.

Cultura

San Colombano: il museo della musica che suona, si rinnova e guarda al futuro

20 Febbraio 2025

Concerti, accessibilità e riordino della biblioteca tra le novità del 2025

Dopo il successo di pubblico riscontrato alla mostra “Ai Weiwei. Who am I?” a Palazzo Fava e a Santa Maria della Vita a seguito del riallestimento dei suoi spazi museali, Opera Laboratori prosegue il proprio impegno nella valorizzazione del polo museale Genus Bononiae, illustrando la sua visione e le nuove progettualità dedicate al Museo San Colombano – Collezione Tagliavini. Questo intervento si inserisce nell’ambito della collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’obiettivo di rendere i luoghi della cultura e il loro patrimonio sempre più accessibili, fruibili e aperti alla comunità.

Sin dalla sua inaugurazione, il Museo San Colombano si è distinto per la peculiarità della sua collezione, che comprende strumenti musicali antichi, tra i quali clavicordi, clavicembali, spinette, organi e pianoforti, perfettamente funzionanti e destinati all’esecuzione musicale. In questo contesto, la piena fruizione della Collezione Tagliavini e il costante dialogo tra conservazione e divulgazione rappresentano gli elementi centrali della programmazione 2025.

Programmazione concertistica e attività di alta formazione musicale

Da marzo a luglio 2025, il museo ospiterà un calendario di eventi volto a promuovere il patrimonio musicale custodito all’interno del complesso di San Colombano.

In particolare, sono previsti: quattro concerti in collaborazione con il Conservatorio G. B. Martini di Bologna, con l’obiettivo di favorire l’interazione tra giovani musicisti e strumenti storici; una masterclass organizzata in sinergia con il Conservatorio, dedicata all’approfondimento del repertorio antico e alle prassi esecutive storiche; quattro concerti della conservatrice del museo, Catalina Vicens, finalizzati alla valorizzazione degli strumenti della collezione attraverso esecuzioni dal vivo.

Tali iniziative mirano a consolidare la funzione del museo quale centro di ricerca e produzione musicale, offrendo al pubblico esperienze d’ascolto di alto livello artistico e musicologico.

Consulta il calendario della XV Stagione musicale e prenota il tuo biglietto sul sito di Genus Bononiae.

Accessibilità e inclusione: un museo aperto a tutti

Il rinnovamento di San Colombano si fonda su una visione di museo accessibile e inclusivo, in grado di accogliere e coinvolgere un pubblico eterogeneo. In questa prospettiva, un ruolo centrale è ricoperto dal progetto “Patrimonio Sonoro No Limits”, selezionato nell’ambito dell’avviso pubblico del Ministero della Cultura per la rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali nei luoghi della cultura e finanziato con i fondi del PNRR.

Il progetto ha consentito la realizzazione di interventi significativi: un nuovo allestimento museale, sviluppato in collaborazione con lo Studio Bettini Architetti Associati, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e l’architetto Fabio Fornasari, con l’introduzione di pannelli esplicativi, didascalie ottimizzate, mappe e schede tattili dedicate alla fruizione del patrimonio artistico e architettonico del museo.È stata creata altresì una nuova applicazione mobile (App “San Colombano”), concepita per offrire un percorso interattivo che integra contenuti audio e testuali, consentendo l’ascolto degli strumenti della collezione tramite cuffie tradizionali o cuffie a conduzione ossea, specificamente indicate per persone con disabilità visiva e ipoudenti.

Inoltre, sono stati creati 3 modellini di strumenti antichi stampati in 3D, mentre il restauratore specializzato Graziano Bandini ha creato due modelli in legno di meccaniche, uno di clavicembalo e uno di pianoforte, per consentire un’esperienza tattile ai visitatori, dando la possibilità di comprendere come nascano i due suoni distinti di questi strumenti, mostrando le diverse modalità di produzione: il pizzico delle corde nel clavicembalo e la percussione nel pianoforte.

Tra le principali novità, anche lo sviluppo di una tastiera aumentata, realizzata grazie alla collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna: un dispositivo interattivo che permette di selezionare digitalmente il suono di strumenti storici e riprodurlo attraverso una tastiera suonabile dai visitatori.

Attività didattiche e collaborazioni istituzionali

Oltre alla programmazione concertistica, il museo proporrà attività didattiche e formative rivolte a diverse fasce di pubblico, con particolare attenzione ai bambini e alle famiglie. Tra le iniziative previste vi sono laboratori per bambini, finalizzati alla scoperta del museo e degli strumenti musicali attraverso attività ludiche, come la costruzione di un piccolo strumento musicale artigianale; visite guidate tematiche, con percorsi differenziati per adulti e famiglie, ispirati al format di successo “A piccoli passi”, già sperimentato a Palazzo Fava; un evento didattico e divulgativo “Quanta Musica nelle Parole!” a cura del M° Sabrina Simoni e del M° Siro Merlo (Associazione Forme Sonore), su come potenziare il linguaggio espressivo del bambino attraverso il limerick: un viaggio nel suono delle parole, nel loro ritmo nascosto, nella loro musica interiore.

Parallelamente, il museo consolida la propria rete di collaborazioni con istituzioni culturali di rilievo in città, con l’obiettivo di ampliare le opportunità di divulgazione e approfondimento musicale.

Ripresa del servizio biblioteca

Un ulteriore tassello nel processo di rinnovamento del museo è rappresentato dalla ripresa della consultazione dei volumi della Biblioteca di San Colombano, a partire dal 20 febbraio 2025. Dopo un periodo di chiusura dovuto ai lavori di risistemazione del Fondo Mischiati, il servizio bibliotecario sarà nuovamente accessibile al pubblico su prenotazione, contattando l’indirizzo biblioteca@genusbononiae.it o il numero 051 19936352. Il Fondo Mischiati comprende circa 9200 volumi e opuscoli, molti dei quali di rilevante interesse musicologico e bibliografico.

Con le nuove iniziative per il 2025, il Museo San Colombano si conferma un’istituzione culturale di primaria importanza nel panorama musicale e museale, ponendo al centro della propria missione la valorizzazione del patrimonio storico, l’inclusione e l’innovazione.

Attraverso concerti, attività educative, percorsi accessibili e collaborazioni con le principali istituzioni cittadine, San Colombano aspira a diventare un modello di museo dinamico e partecipativo, capace di dialogare con pubblici sempre più ampi e diversificati.